Credo molto nelle potenzialità dei social network e vi sto di fatto spendendo le mie migliori energie. Sono convinta che una scuola 2.0 debba affiancare a un solido studio dei contenuti una diffusione degli stessi in un formato appetibile e soprattutto vicino alle modalità di comunicazione degli studenti, che di certo al giorno d'oggi non scrivono soltanto con carta e penna, ma ricorrono spesso alla leggerezza dei bits. Qualcosa che del resto già Calvino aveva preconizzato nelle sue Lezioni Americane.

Confrontarsi con il pubblico della comunità social, ben più vasto del microcosmo classe (e potenzialmente infinito), proponendo il proprio lavoro, significa per gli studenti sviluppare ottime doti di sintesi nell'esposizione dei contenuti e mantenere buon controllo ortografico. Non solo, essi devono imparare a scrivere in modo accattivante e spigliato, così da ottenere l'attenzione dei lettori, nonché variare il registro stilistico a seconda delle diverse situazioni comunicative.

mercoledì 6 novembre 2013

Napoli

La poesia che segue è stata composta, come scrittura collettiva, dagli alunni della mia classe II B del Liceo Linguistico.
La consegna chiedeva di scrivere dieci versi su Napoli alternando endecasillabi e settenari.
Lo spunto è nato dalla lettura della poesia "Trieste" di Umberto Saba.

Sono stati bravissimi. Ma ecco la poesia.

foto della prof CdC


Da solo percorrevo le sue strade
Aperte verso il mare,
Che placano ogni cuore
Colmandolo di gioia.
Tra musica e parole
Somiglia a una canzone.

Se vai vicino al mare, a Mergellina,
T'imbarchi nella vita genuina,
Che è priva di ogni noia:
Senza fiato ti lascia la marina.



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