Credo molto nelle potenzialità dei social network e vi sto di fatto spendendo le mie migliori energie. Sono convinta che una scuola 2.0 debba affiancare a un solido studio dei contenuti una diffusione degli stessi in un formato appetibile e soprattutto vicino alle modalità di comunicazione degli studenti, che di certo al giorno d'oggi non scrivono soltanto con carta e penna, ma ricorrono spesso alla leggerezza dei bits. Qualcosa che del resto già Calvino aveva preconizzato nelle sue Lezioni Americane.

Confrontarsi con il pubblico della comunità social, ben più vasto del microcosmo classe (e potenzialmente infinito), proponendo il proprio lavoro, significa per gli studenti sviluppare ottime doti di sintesi nell'esposizione dei contenuti e mantenere buon controllo ortografico. Non solo, essi devono imparare a scrivere in modo accattivante e spigliato, così da ottenere l'attenzione dei lettori, nonché variare il registro stilistico a seconda delle diverse situazioni comunicative.

lunedì 28 marzo 2016

L'amore innato per la lettura

Ogni essere umano sa che le storie sono ciò di cui più si ha bisogno nella vita. Basti tornare indietro nel tempo e ripensare a quando, in società nascenti,  si raccontavano storie intorno al fuoco per alimentare la fantasia e tramandare il ricordo di sé.

Le storie sono ovunque ed è attraverso di esse che noi definiamo il nostro mondo e scopriamo quale sia in esso il nostro posto. Le storie ci aiutano a capire la realtà in cui viviamo, ci insegnano da dove veniamo e ci aiutano a intravedere possibili scenari futuri.
Le storie sono insieme la nostra educazione e la nostra evoluzione.

Tutta questa introduzione per dire che è importante capire che,  sia a livello consapevole che inconsapevole, tutti i bambini sono in qualche modo potenziali amanti dei libri. Ogni bambino già ama le storie attraverso i film che guarda al cinema o in televisione o attraverso i video games.  Ogni bambino sa quale tipo di storia preferisce. E film, televisione e videogames non sono necessariamente da intendersi come nemici degli educatori, piuttosto metodi alternativi per raccontare storie.

Quello che invece noi educatori dobbiamo fare è incoraggiare ogni bambino ad apprezzare il racconto delle storie scritte e avvicinare alla lettura. Infatti  è difficile, se non impossibile, innalzare il proprio livello di esperienza se non si è capaci di leggere, perché essere capaci di leggere significa avere la possibilità di rimanere alunni per la vita, col desiderio costante di apprendere e crescere come individui e cittadini di una società libera di pensiero.



Per prima cosa occorre fare un passo verso i bambini accostandosi al loro mondo,  parlando loro dei loro film preferiti, degli spettacoli televisivi che guardano o dei video games che amano,  magari proponendo libri che abbiano per protagonisti gli stessi personaggi o per trama storie simili. Sarebbe un modo per far capire ai bambini che ciò che a loro piace esiste anche in forma scritta. E incoraggiarli, poi, a scrivere storie proprio con quei personaggi, condividendole poi con altri coetanei.

Potremmo poi proporre qualche buon libro, anche dando più titoli al giorno, per dimostrare che leggere è una attività che fa parte di ogni singola giornata  della vita, che si può fare in qualsiasi momento. La lettura non va imposta, solo suggerita: se diamo ai bambini solo una indicazione, se li lasciamo liberi di scegliere cosa leggere, noi creiamo opportunità per un apprendimento più profondo, più pervasivo, più personale, molto più efficace.

Ma la cosa più importante da fare per appassionare un bambino alla lettura è leggere con lui.  Nella mia infanzia era mio padre quello che mi introduceva alla gioia della lettura. Ma gli insegnanti non sono meno influenti nella esperienza dei loro studenti: quando io ripenso ai miei giorni di scuola, ricordo pochi insegnanti di cui la passione per un argomento fosse in grado di ispirare una simile passione in me.  Quando gli insegnanti trovano il modo di mostrare agli studenti quanto sia stato e sia importante leggere per la loro propria vita, si apre la porta per la lettura.

Noi oggi abbiamo molti più strumenti per ricevere storie di quanti ce ne fossero in passato: nei video games noi diamo vita a  un personaggio dentro una storia, nei film ci immedesimiamo in una vicenda e viviamo un pezzo di vita alternativa nello spazio di pochi qualche decina di minuti, nei libri apprendiamo emozioni complesse e motivazioni che vanno ben oltre  la situazione evidente. Insomma ogni canale è unico con i suoi pregi e i suoi limiti: quando usati insieme, noi possiamo inculcare nei nostri studenti non soltanto l'amore per le varie forme di racconto ma anche il senso di come noi esseri umani abbiamo lo storytelling nel nostro DNA.

martedì 15 marzo 2016

Inferno, canto 10° - scheda di comprensione e analisi



IL CIMITERO DEGLI EPICUREI

1) Indica come è costruito il canto, che ha un suo preciso equilibrio interno e può essere definito "chiuso".

2) Spiega il peccato che viene punito in questo cerchio e la legge del contrappasso.

3) Tenendo presente il suo pensiero filosofico, è giusto considerare Epicuro un eretico? Perchè Dante lo inserisce in questo luogo?

FARINATA DEGLI UBERTI (attoI)

4) Farinata appare a Dante improvvisamente: come si presenta e perchè lo interpella?

5) Qual è la reazione di Dante? Come lo sollecita Virgilio?

6) Riferendoti al testo, evidenzia gli elementi linguistici che connotano il carattere del Ghibellino (considera le sue parole, la sua postura e la sua impassibilità).

7) Ricostruisci gli eventi storici a cui si allude nel dialogo - vero duello verbale tra il guelfo e il ghibellino - tenendo presente anche la biografia di Farinata.

CAVALCANTE DE' CAVALCANTI (atto II)

8) Anche Cavalcante appare a Dante improvvisamente, a interrompere il suo colloquio con Farinata, ma l'immagine è decisamente diversa sia per la posizione che assume sia per il tono delle sue parole. Spiega.

9) Un equivoco sta alla base dell'interferenza del dannato in questione che ha una unica preoccupazione. Indica l'equivoco e la preoccupazione.

10) Parlando del padre, Dante in realtà sembra voler "fare i conti" col figlio. Spiega questa affermazione.

LA PROFEZIA DI FARINATA (atto III)

11) La conclusione del dialogo tra Dante e Farinata ha un tono diverso, pacato e mesto, che culmina con la profezia dell'esilio dantesco. Spiega.

UN DUBBIO DI DANTE

12) Quale dubbio suscitano in Dante le parole di Cavalcanti riguardo al livello di conoscenza dei dannati?

13) Perchè vedono con mala luce?




lunedì 14 marzo 2016