Credo molto nelle potenzialità dei social network e vi sto di fatto spendendo le mie migliori energie. Sono convinta che una scuola 2.0 debba affiancare a un solido studio dei contenuti una diffusione degli stessi in un formato appetibile e soprattutto vicino alle modalità di comunicazione degli studenti, che di certo al giorno d'oggi non scrivono soltanto con carta e penna, ma ricorrono spesso alla leggerezza dei bits. Qualcosa che del resto già Calvino aveva preconizzato nelle sue Lezioni Americane.

Confrontarsi con il pubblico della comunità social, ben più vasto del microcosmo classe (e potenzialmente infinito), proponendo il proprio lavoro, significa per gli studenti sviluppare ottime doti di sintesi nell'esposizione dei contenuti e mantenere buon controllo ortografico. Non solo, essi devono imparare a scrivere in modo accattivante e spigliato, così da ottenere l'attenzione dei lettori, nonché variare il registro stilistico a seconda delle diverse situazioni comunicative.

giovedì 12 settembre 2013

Il Romanticismo

PROFILO STORICO: 

Il Romanticismo è un complesso orientamento culturale che si manifesta in Europa tra la fine del secolo XVIII e la metà del XIX. Questa indicazione cronologica ha però soltanto una funzione orientativa e non deve essere intesa troppo rigidamente. Anche per il Romanticismo, infatti, come per gli altri movimenti culturali della storia, non è possibile indicare con precisione data di nascita e morte.
Inteso come movimento letterario consapevole di sé e che tende a differenziarsi rispetto alla cultura precedente, il Romanticismo nasce in Germania.

Il primo gruppo romantico si forma a Berlino intorno a Friedrich Schlegel, che nel 1798 fondò, in collaborazione con il fratello August, la rivista Athenäum, destinata ad essere l'organo della nuova scuola fino a quando, nel 1800, chiuse le sue pubblicazioni. Le sue formulazioni teoriche non giunsero in Italia direttamente ma tramite la mediazione francese, in particolare attraverso i libri di Madame de Staël Della letteratura considerata nei suoi rapporti con le istituzioni sociali e La Germania.

 Non solo in Italia, ma anche negli altri paesi europei, il Romanticismo assume aspetti diversi rispetto alla Germania. Le differenze nascono dalla diversità delle tradizioni culturali locali, dal temperamento dei singoli artisti e dal diverso grado di approfondimento teorico. Al di là della differenze interne al movimento romantico è però fondamentale individuare alcune sue caratteristiche generali e cogliere gli aspetti principali della sensibilità romantica.

1. Il termine romantico, se è da collegare al sostantivo francese roman (racconto di avventura in prosa o in versi), ha però origine in Inghilterra, dove già nel Seicento l'aggettivo romantic designava certe caratteristiche dei romanzi pastorali, quindi qualcosa di fantastico, suggestivo, pittoresco. Nel Settecento in Francia l'epiteto romantique viene interiorizzato da Rousseau per esprimere l'abbandono e la commozione dell'animo umano davanti a paesaggi suggestivi. Ma è solo nel 1797 con i fratelli Schlegel, che la parola viene ad indicare chiaramente una poesia nuova,  "sentimentale", propria della civiltà moderna (nata da quella medioevale o romanza) in contrapposto alla poesia "d'immaginazione", propria degli antichi. Infine è madame de Staël col suo libro La Germania (1810 ma edito a Londra nel 1813) che mette in voga nei paesi latini il termine "romantico" come appellativo della poesia di ispirazione medioevale e moderna, contrapposto a "classico" come appellativo della poesia antica.

2. Il Romanticismo nasce come reazione rispetto all'Illuminismo. Fiducioso nel valore assoluto della ragione, l'Illuminismo si pone come compito fondamentale quello di liberare l'umanità dalle superstizioni e i pregiudizi del passato per condurla così a un generale miglioramento delle sue condizioni di vita. La fiducia illuministica nella possibilità concreta di giungere alla creazione di una società ideale viene però amaramente delusa dall'esito della rivoluzione francese, con la riaffermazione cioè della forza sulla ragione e porta alla rivalutazione del sentimento.

3. Rivalutare un dato tipicamente individuale come il sentimento rispetto ad un criterio universale come la ragione significa porre al centro dell'attenzione il singolo individuo anziché l'uomo in generale. Mentre l'Illuminismo aveva cercato di rintracciare in ogni campo i caratteri propri della comune natura umana, il Romanticismo privilegia invece le varietà individuali.

4. Nasce così il nuovo principio dell'originalità, che porta innanzitutto ad affermare la necessità che i moderni si differenzino rispetto agli antichi, ma anche il principio fondamentale della poetica romantica, cioè la concezione della letteratura come espressione di una data società in un dato momento storico. Così non solo si nega la validità dei modelli classici ma si giunge a rifiutare la possibilità stessa che nuovi modelli subentrino a quelli antichi. Il Romanticismo sostituisce quindi il criterio del genio a quello illuministico del gusto: nelle opere letterarie non si cercherà più di riflettere verità universali ma si tenterà di esprimere impulsi e sentimenti individuali.

5. La riscoperta del sentimento operata dal Romanticismo comporta una valutazione positiva delle passioni, contrapposte alla fredda analisi razionale. L'indagine sui misteri del cuore umano costituisce uno dei temi principali della letteratura romantica. All'interno di questo culto delle passioni occupa uno spazio importante l'amore, visto come esperienza fondamentale per potere uscire dai limiti imposti della realtà quotidiana.




6. L'esaltazione romantica della passioni non è legata però soltanto al recupero del sentimento ma anche a quello della natura che non viene considerata più un semplice scenario delle azioni umane, così come avveniva nella letteratura classica, ma risulta spiritualizzata, partecipe dei piaceri e delle sofferenze degli uomini.


Caspar David Friedrick, Viandante sul mare di nebbia, ca. 1818 


7. Il culto del sentimento ha inevitabilmente delle ripercussioni anche sul piano stilistico. La frase classica era tesa alla chiarezza e a dare un'impressione di solidità. I romantici preferiscono invece un periodare intessuto di immagini e di suoni più che di idee, che esprima in modo più aderente possibile i moti interiori dell'animo dello scrittore e che sia rivolto ad affascinare la sensibilità di chi legge piuttosto che a provocare l'attenzione della sua mente.

8. Abbiamo già visto come il principio della originalità non sia solo frutto dell'individualismo romantico, ma discenda anche in parte dalla nuova concezione della letteratura come espressione di una determinata società in un preciso momento storico. Questa nuova visione della letteratura e dell'arte in genere deriva dalla concezione della storia propria del Romanticismo. L'Illuminismo aveva analizzato il passato sulla base del proprio ideale di vita, giudicando perciò in modo positivo solo quelle epoche nelle quali poteva essere colto di riflesso delle leggi universali ed immutabili della ragione.
Dai romantici, invece, la storia viene vista come un organismo che si sviluppa secondo una propria legge interiore, cosicché ogni suo momento è strettamente legato sia a quello che lo precede che a quello seguente. Una simile concezione della storia porta a negare la possibilità di ritenere più o meno valida un'epoca piuttosto di un'altra, dato che tutte sono indispensabili ed interdipendenti.

9. La storiografia romantica dedica la maggior parte della sua attenzione al Medioevo, che diventa oggetto di studio e di ammirazione universale. Questo atteggiamento è dettato da molteplici motivi. Chiara è innanzitutto la volontà di contrapporsi alla condanna formulata dall'Illuminismo, che nel Medioevo aveva indicato il periodo storico barbaro e tenebroso per eccellenza. Nel Medioevo i romantici vedono inoltre il movimento che segue il passaggio dall'età classica a quella moderna, il periodo in cui il cristianesimo subentra definitivamente al paganesimo e all'unità livellatrice dell'impero romano si viene sostituendo la dinamica pluralità delle singole nazioni europee.

10. L'esaltazione del Medioevo risulta così collegata anche alla nascita del concetto di nazione, che è il principio ispiratore della dottrina politica del Romanticismo. Per il Romanticismo, infatti, l'uomo non è più cittadino del mondo, ma di una patria che è diversa dalle altre nazioni per lingua, religione, tradizione e istituzioni.

11. La tendenza dei romantici a calarsi in un'epoca tanto lontana denuncia una profonda insoddisfazione di fronte al presente e alla realtà, che provoca il desiderio di evasione, che si attua principalmente lungo due direzioni: la fuga nel tempo e la fuga nello spazio, il ritorno al passato e il vagheggiamento di luoghi irraggiungibili. Alcuni romantici preferiscono però assumere un atteggiamento di ribellione davanti alla realtà, anziché evadere attraverso il sogno e l'esotismo. Nasce così il titanismo, che consiste in particolare nell'affermazione orgogliosa della propria superiorità rispetto a tutti gli altri uomini e nel gusto per i gesti sublimi e le esperienze eccezionali.


ROMANTICISMO EUROPEO:

In Germania fiorisce all'incirca tra il 1795 e il 1815. Punto di partenza fondamentale è il famoso saggio di Schiller Sulla poesia ingeunua e sentimentale (1795-96), nel quale la poesia ingenua degli antichi viene distinta da quella sentimentale dei moderni. Per Schiller il poeta ingenuo è natura, sente naturalmente, il poeta sentimentale, invece, cerca la natura e riflette sulla naturalezza che non possiede. 
La distinzione fra poesia antica e moderna viene ripresa e approfondita dal primo gruppo romantico, detto di Jena, costituito dai fratelli Friedrich e August Schlegel, da Tieck, Novalis e Schelling. Ogni imitazione dei modelli classici viene esclusa in base alla considerazione che la poesia moderna ha le sue radici nel Medioevo e nella nuova sensibilità introdotta dal cristianesimo. Questo spiega perché nella letteratura moderna sia presente un senso di inquietudine e predominio degli elementi sentimentali e meditativi rispetto a quelli sensuali e fantastici. 
Le idee dei primi romantici vengono esposte nelle pagine dell'  Athenäum (1798-1800) e ispirano diverse opere, tra cui il Corso di letteratura drammatica di W.A. Schlegel, che costituirà la base per le discussioni sui generi letterari da considerare romantici per eccellenza.

In Francia di una vera e propria scuola romantica è possibile parlare solo dopo il 1813, anno di pubblicazione de La Germania di Mme de Staël. Ma è nel ventennio 1830-1850 che nascono i maggiori capolavori romantici tra cui Notre-Dame de Paris di Hugo (1831), Papa Goriot di Balzac (1834) e Il rosso e il nero di Stendhal (1830). Accanto a questi scrittori vanno ricordate altre personalità di grosso calibro: Lamartine, Alfredo de Musset e George Sand.

Come data di nascita del Romanticismo in Inghilterra viene generalmente indicato il 1798, anno in cui furono pubblicate le Ballate liriche di Wordsworth e Coleridge, programma e nello stesso tempo manifesto della nuova poesia. Secondo i romantici inglesi la natura suscita sempre un sentimento di stupore nel poeta che, nella sua opera, deve quindi far rivivere sulla pagina scritta l'emozione sentita davanti ad uno spettacolo naturale. I maggiori poeti della seconda generazione romantica sono invece Shelley, Keats e Byron. Quest'ultimo particolarmente autore di tipici eroi romantici, passionali e ribelli di fronte alle regole della società. Lontano dalla sensibilità dei precedenti fu invece Walter Scott. Romantico è in lui semplicemente l'amore per il pittoresco e il medioevale, che è alla radice della sua fortunatissima serie di romanzi storici, i quali furono un modello anche per Manzoni, ambientati prima nella Scozia del XVII e XVIII secolo e poi, a partire da Ivanhoe (1819), nel Medioevo inglese. Lo Scott muore nel 1832, anno che in genere viene preso a indicare, sia pure in modo del tutto approssimativo, la fine del vero e proprio Romanticismo inglese.

La data ufficiale del Romanticismo in Spagna è il 1823, anno in cui ha inizio la pubblicazione, a Barcellona, del periodico El Europeo, che offre brani di Schiller e Byron. In campo teatrale meritano di essere ricordati Don Alvaro o la forza del destino di Duque de Rivas e El trovador di Gutiérrez. In campo poetico Espronceda rappresenta il Romanticismo più soggettivo e passionale. Nella prosa, va ricordata l'opera dei costumbristas, articolisti di costume che ritraggono con occhio critico la società contemporanea.





ROMANTICISMO ITALIANO:

L'ispirazione fondamentale del nostro Romanticismo è costituita dall'idea di libertà: non solo libertà in letteratura, ma libertà etica e politica. Perciò gli elementi più vitali del movimento sono di carattere politico e storico, più ancora che letterario, come preparazione e cooperazione al Risorgimento e come nuova attività  storiografica. 
A sua volta l'attività storiografica si volge prevalentemente al Medioevo comunale, considerato come l'inizio del Risorgimento della nazione Italiana: la lotta tra i Comuni e il Barbarossa viene sentita come il lontano principio della nostra indipendenza. Soltanto Foscolo, Manzoni e Leopardi nelle loro opere infusero il sentimento drammatico e le loro considerazioni sull'esistenza umana. 

Altro carattere del Romanticismo Italiano fu la popolarità dell'opera d'arte, la quale deve rivolgersi al popolo con missione educativa e insieme rinnovatrice della coscienza nazionale. Gli scritti politici più significativi di questo periodo sono opera di patrioti  che congiunsero insieme letteratura e vita: Massimo D'Azeglio, Cesare Balbo, Carlo Cattaneo, Carlo Pisacane, Giovan Battista Nicolini, Domenico Guerrazzi, ma soprattutto Vincenzo Gioberti e Giuseppe Mazzini.
L'indirizzo lirico, patetico e soggettivo, trova le sue migliori espressioni in Foscolo, Manzoni e Leopardi prima di degenerare nella poesia languida del secondo Romanticismo (Prati e Aleardi) o ribelle della Scapigliatura.
La poesia popolare segue due diversi indirizzi: quello satirico del fiorentino Giuseppe Giusti e quello dialettale con il milanese Porta e il romano Belli, che costituiscono una anticipazione del Verismo della seconda metà dell'800 con il loro continuo e fedele riferimento alla realtà.


LA POLEMICA CLASSICO-ROMANTICA IN ITALIA:

La polemica scoppiò nel 1816, anno in cui sulla rivista Biblioteca Italiana fu pubblicato un articolo di Mme de Staël, intitolato Sulla maniera e sull'utilità delle traduzioni. In esso la scrittrice polemizza duramente contro il carattere aridamente convenzionale della nostra letteratura, i cui esponenti o, indugiando nella mitologia greco-romana, "razzolavano nelle antiche ceneri, per trovarvi forse qualche granello d'oro" o scrivevano belle parole prive di ogni contenuto. Ella quindi consigliava di rivolgere l'attenzione al di là delle  Alpi, di tradurre le migliori opere estere, non per diventare imitatori ma solo per ampliare i propri orizzonti culturali.
Le osservazioni della Staël suscitarono la furiosa reazione di coloro che ritenevano il patrimonio letterario classico l'unica e inesauribile fonte di ispirazione, tanto da ritenere non solo inutile ma anche dannosa la conoscenza delle letterature straniere. 

Un gruppo di scrittori riconobbe invece la fondatezza delle critiche e la saggezza del suggerimento contenuto nell'articolo e giunse ad affermare la necessità di un profondo rinnovamento letterario. La discussione delineò chiaramente una netta contrapposizione tra i due opposti partiti dei classicisti (di cui si fece portavoce Pietro Giordani, anche se nella polemica intervennero personalità quali Giacomo Leopardi e Vincenzo Monti) e dei romantici (i quali diffusero le loro idee attraverso le pagine di una rivista Il conciliatore redatta da Silvio Pellico e che aveva iniziato le sue pubblicazioni nel 1818, per essere poi soppressa nel 1819 dagli Austriaci, per la collaborazione di alcuni nomi, come Federico Confalonieri, Pietro Maroncelli, Ermes Visconti, di  idee liberali).

Manifesto del Romanticismo Italiano fu La lettera semiseria di Grisostomo  (Grisostomo, dal greco=bocca d'oro) di Giovanni Berchet.
Il Berchet, fingendosi padre di famiglia, immagina di indirizzare una lettera al figlio come premessa alla traduzione di due ballate del Bürger: "La Leonora" e il "Cacciatore feroce", di argomento romantico. Di qui l'autore parte per una dissertazione intorno alle teorie romantiche.
- Tutti gli uomini, da Adamo in poi, hanno nel fondo dell'anima una tendenza alla poesia. Questa tendenza in alcuni è attiva, in molti altri passiva. Non tutti gli uomini, che hanno la tendenza passiva (il pubblico), sono in grado di comprendere la poesia. Alcuni, gli <<ottentotti>> (popolo dell'Africa, qui simbolo dell'ignoranza) ne sono privati dalla loro stupidità; altri, i <<Parigini>> dalla loro eccessiva sofisticatezza. Al poeta, perciò, rimane una ulteriore parte di pubblico, estremamente vasta, composta da una classe alla quale il Berchet dà il nome di <<popolo>> e che può essere identificata con la borghesia. 
- Il Berchet divide poi i poeti, cioè coloro in cui la tendenza alla poesia è attiva, in due categorie: i classicisti che, con il loro continuo e nostalgico ritorno al passato sono autori di una <<poesia de' morti>> e i romantici che, adottando una poesia moderna e realistica, producono <<poesia de' vivi>>. La convinzione che la letteratura debba essere popolare, quindi viva e attuale, porta ad un rifiuto non solo della mitologia ma anche del purismo linguistico. Il Berchet infatti sottolinea la differenza, da sempre esistita in Italia, tra lingua poetica e prosastica, tra lingua scritta e parlata, criticandola aspramente.
Il Berchet conclude la lettera, fingendo di ritrattare le idee esposte come in uno scherzo (da qui l'aggettivo "semiseria") e altrettanto scherzosamente esaltando la poesia classica.

Tra le altre opere polemiche di autori romantici ricordiamo:
·        <<Intorno all'ingiustizia di alcuni giudizi letterari Italiani>> di Ludovico di Breme;
·        <<Avventure letterarie di un giorno>> di Pietro Borsieri;
·        alcune opere del Manzoni che saranno trattate a parte.

(la prof, con la collaborazione dell'alunno Biagio M.)

1 commento:

  1. ottima presentazione; sintetica ma solidamente basata, e poi, bene articolata.

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