Credo molto nelle potenzialità dei social network e vi sto di fatto spendendo le mie migliori energie. Sono convinta che una scuola 2.0 debba affiancare a un solido studio dei contenuti una diffusione degli stessi in un formato appetibile e soprattutto vicino alle modalità di comunicazione degli studenti, che di certo al giorno d'oggi non scrivono soltanto con carta e penna, ma ricorrono spesso alla leggerezza dei bits. Qualcosa che del resto già Calvino aveva preconizzato nelle sue Lezioni Americane.

Confrontarsi con il pubblico della comunità social, ben più vasto del microcosmo classe (e potenzialmente infinito), proponendo il proprio lavoro, significa per gli studenti sviluppare ottime doti di sintesi nell'esposizione dei contenuti e mantenere buon controllo ortografico. Non solo, essi devono imparare a scrivere in modo accattivante e spigliato, così da ottenere l'attenzione dei lettori, nonché variare il registro stilistico a seconda delle diverse situazioni comunicative.

mercoledì 26 febbraio 2014

Quando "tradere" è uguale a tradire.


Maior pars docentium de temporis angustiis conqueritur, quod in exiguum spatium docemus, quod haec tam velociter, tam rapide dati nobis temporis spatia decurrant, adeo ut exceptis admodum paucis ceteros discipulos in ipso discendi apparatu schola destituat. Non exiguum temporis habemus, sed multum perdidimus. Satis longae lectiones et in maximarum rerum consummationem large datae sunt, si omnes bene collocarentur; sed ubi inefficaciter diffluunt, aestate adveniente tempus quod ire non intelleximus transisse sentimus.
Ita est: non accipimus breve spatium ad docendum, sed fecimus, nec inopes eius sed prodigi sumus. Sicut amplae et regiae opes, ubi ad malum dominum pervenerunt, momento dissipantur, at quamvis modicae, si bono custodi traditae sunt, usu crescunt, ita tempus in docendo bene disponenti multum patet.


(liberamente tratto e adattato da Seneca)


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