Credo molto nelle potenzialità dei social network e vi sto di fatto spendendo le mie migliori energie. Sono convinta che una scuola 2.0 debba affiancare a un solido studio dei contenuti una diffusione degli stessi in un formato appetibile e soprattutto vicino alle modalità di comunicazione degli studenti, che di certo al giorno d'oggi non scrivono soltanto con carta e penna, ma ricorrono spesso alla leggerezza dei bits. Qualcosa che del resto già Calvino aveva preconizzato nelle sue Lezioni Americane.

Confrontarsi con il pubblico della comunità social, ben più vasto del microcosmo classe (e potenzialmente infinito), proponendo il proprio lavoro, significa per gli studenti sviluppare ottime doti di sintesi nell'esposizione dei contenuti e mantenere buon controllo ortografico. Non solo, essi devono imparare a scrivere in modo accattivante e spigliato, così da ottenere l'attenzione dei lettori, nonché variare il registro stilistico a seconda delle diverse situazioni comunicative.

martedì 4 novembre 2014

Costantino Kavafis, Termopili

La battaglia delle Termopili  fu combattuta dalle città-stato greche unite in un’alleanza e guidate dal re di Sparta Leonida e dall'impero persiano governato da Serse I
L'invasione persiana era in risposta alla sconfitta degli Asiatici nella prima invasione della Grecia, che si era conclusa con la vittoria ateniese nella battaglia di Maratona nel 490 a.C. 
Serse aveva raccolto un enorme esercito terrestre e marittimo con cui conquistare tutta la Grecia. Il generale ateniese Temistocle propose che i Greci si disponessero a bloccare l'avanzata dell'esercito persiano al passo delle Termopili, ostacolando contemporaneamente la marina persiana presso lo stretto dell’Artemision.
Un esercito greco di circa 7 000 uomini marciò verso nord per arrestare il passaggio dei nemici nell'estate del 480 a.C. 
L'esercito persiano (secondo le fonti antiche con oltre un milione di uomini, ma oggi stimato molto più piccolo, intorno ai 100 000-150 000 soldati) arrivò al passaggio a fine agosto o inizio settembre. I Greci, grandemente in svantaggio numerico, riuscirono a trattenere i Persiani per sette giorni (di cui tre di battaglia), prima che la retroguardia venisse annientata in uno dei gesti più famosi ed eroici della storia. 
Durante i due giorni di battaglia il piccolo esercito guidato da Leonida di Sparta bloccò l'unica via attraverso cui l'imponente esercito persiano avrebbe potuto passare. Il terzo giorno, un abitante del luogo, di nome Efialte, tradì i Greci, rivelando un piccolo percorso che portava dietro le linee greche. 
Leonida, consapevole di essere stato aggirato, fece allontanare il grosso dell'esercito greco e rimase a guardia del passaggio con 300 Spartani, 700 Tespiesi, 400 Tebani e, forse, qualche centinaio di altri, che vennero per la maggior parte uccisi.





Konstantinos Kavafis poeta greco che ha vissuto ad Alessandria d’ Egitto, ha sempre goduto di molta considerazione nel panorama culturale greco, nonchè in quello internazionale. TERMOPILI è una delle sue poesie più belle e più intense. Un’ ode, un elogio infervorati e dall’ impatto molto forte a coloro che, nei grandi tempi storici della Grecia, difesero il passo delle Termopili dagli invasori persiani, cioè i famosi trecento soldati spartani al comando del re Leonida, e che con la loro morte eroica impedirono alle forze persiane di dilagare per tutta la Grecia. Il gesto eroico dei trecento spartani è divenuto il simbolo per antonomasia di tutti coloro che lottano per la libertà del proprio popolo e del proprio paese, soprattutto contro l’ oppressione straniera; anche perchè l’ esiguo numero dei difensori delle Termopili ha come, in un certo senso, avuto la meglio su una forza straniera soverchiante appartenente all’allora esercito più numeroso e più potente del mondo. Perciò, la difesa dei trecento spartani e la loro conseguente morte, sono sempre state considerate un sacrificio grande e importante per la difesa della patria. Splendidi i versi iniziali della poesia, che esaltano tutti coloro che si sono battuti in ogni tempo per la difesa dei propri ideali, spesso con mezzi e forze impari. Quel passo tra gole rocciose denominato Termopili sembra assurgere così a metafora di principi, valori, ideali, azioni e stile di vita davvero elevati, improntati ad uno spirito di generosità, di disinteresse materiale e rendicontista, di giustizia e di compassione, di soccorso e di umana fratellanza. Colpiscono, in modo del tutto speciale, gli ultimi versi della poesia in quanto il poeta riconosce, su tutto, la sublime volontà della lotta e del sacrificio pur sapendo, chi li compie, che alla fine ci sarà sempre un Efialte, cioè un traditore (Efialte era colui che tradì i trecento spartani rivelando ai persiani il punto segreto dal quale avrebbero potuto attraversare il passo delle Termopili e prendere alle spalle i difensori), e alla fin fine gli invasori o gli oppressori sul momento vinceranno.


Onore a quanti in vita 
si ergono a difesa di Termopili. 
Mai che dal dovere essi recedano, 
in ogni circostanza giusti e retti, 
agendo con pietà, con tenerezza, 
generosi se ricchi, generosi 
ugualmente quanto possono se poveri, 
conformi ai loro mezzi sempre sovvenendo 
e sempre veritieri ma senz'astio 
verso coloro che mentiscono. 

E un onore più grande gli è dovuto 
se prevedono (e molti lo prevedono) 
che spunterà da ultimo un Efialte 
e che i Medi finiranno per passare. 


(Costantino Kavafis) 



Monumento in onore di Leonida, nel luogo della gola delle Termopili.

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