Come potrebbe un sedicenne, ma un diciassettenne o un diciottenne – mi chiedo con dolente amarezza – non credere che il latino e il greco siano lingue morte, se lo si obbliga a tenere lo sguardo abbassato su elenchi infiniti e infinitamente grigi di desinenze, eccezioni ed eccezioni di eccezioni, dandogli a credere che fine ultimo (prima di tutto per passare l’anno!!!) sia mandarli a memoria e negandogli, di fatto, anche solo la possibilità di scoprire che uno straordinario mondo di idee, colori e suoni in quelle lingue ha preso forma per giungere fino a lui, tirarlo per la giacca e interrogarlo sul senso del quotidiano vivere in nome di un’appartenenza “umana” che va ben oltre ogni “qui ed ora”?
Che l’ablativo del sostantivo “mare” sia in “i” e non in “e” potrà ricordarglielo in qualsiasi momento un qualsiasi manuale (cartaceo o digitale che sia), ma su quel mare dovrebbe soprattutto imparare a viaggiare un sedicenne, in compagnia di altri che prima di lui lo percorsero, come Ulisse o Enea, ad esempio, facendosi carico di tutto quello che essi portavano nel cuore e nella mente. E dove il sedicenne dovrebbe impararlo se non a scuola?
Provo, dunque, un’amarezza dolente nel vedere che tanti, troppi insegnanti, soprattutto giovani ahimè, per quanto paradossale e incredibile possa sembrare, riproducono stancamente (chiusi in una rigidità che li fa sentire “forti” e protetti, ma che niente ha a che vedere col rigore che ogni disciplina mentale richiede) vecchi e stantii modelli, percorrendo strade le cui pietre miliari sono elenchi infiniti e infinitamente grigi di desinenze, eccezioni ed eccezioni di eccezioni, e lungo le quali un sedicenne, tutt’al più, si imbatte in “ancelle che ornano di rose e di viole gli altari delle dee” o in “truppe che escono dall’accampamento sul far del giorno”.
E il mio pensiero non può che volgersi con struggente gratitudine all’insegnante che ormai qualche decina di anni fa mi fece alzare lo sguardo da quegli infiniti elenchi e seppe mostrarmi la Bellezza di guardare la luna e non il dito che la indica.
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