lunedì 1 dicembre 2025

La pazza del molo di san Blas - Un esercizio di storytelling e di emozioni


Il testo della canzone si ispira alla storia vera di Rebeca Mendez Jimenez di Puerto Vallarta, in Messico
Da giovane Rebeca si fidanzò con Manuel, un ragazzo di Puerto Vallarta, e poco prima del matrimonio, nel 1971, questi partì per una battuta di pesca, promettendo all'amata di tornare al più presto. 
Sfortunatamente il peschereccio sul quale il ragazzo si imbarcò non fece mai ritorno. 
Rebeca, disperata, continuò ad aspettarlo al Muelle de San Blas, vestita in abito da sposa. 
La donna morì nel settembre del 2012, dopo aver aspettato il suo grande amore per tutta la vita. 
Durante un viaggio nella cittadina di Puerto Vallarta, il cantante dei Maná conobbe l'anziana Rebeca e, ascoltata la sua storia, decise di scriverne una canzone.



Lei salutò il suo amore
lui partì su una barca nel molo di San Blas
lui giurò che sarebbe tornato
e lei inzuppata di lacrime giurò che lo avrebbe aspettato.
Mille lune passarono
e lei stava sempre nel molo
aspettando
molti pomeriggi si annidarono
nei suoi capelli
e nelle sue labbra.


Portava sempre lo stesso vestito
così se lui fosse tornato non si sarebbe sbagliato.
I granchi le mordevano
le sue vesti, la sua tristezza e la sua illusione;
ma il tempo volò
e i suoi occhi si riempirono di albe
e si innamorò del mare
e il suo corpo si radicò
nel molo.

Sola
Sola nell'oblio,
sola
sola con il suo spirito,
sola
sola con il suo amore il mare,
sola
nel molo di San Blas.
I suoi capelli diventarono bianchi
ma nessuna barca le riportò il suo amore
e nel paese la chiamavano
la chiamavano "la pazza del molo di San Blas".
Un pomeriggio di Aprile
tentarono di portarla al manicomio,
nessuno poté strapparla da lì
e nessuno mai più l'avrebbe separata dal mare.

Sola
sola nell'oblio,
sola
sola con su spirito,
sola
sola con il suo amore, il mare,
sola
nel molo di San Blas.

Sola nell'oblio,
Sola con il suo spirito,
Sola con il suo amore, il mare,

Sola
sola nell'oblio,
sola
sola con il suo spirito,
sola
sola con il suo amore, il mare,
sola
nel molo di San Blas.

Rimase
rimase
sola, sola,
rimase
rimase
Con il sole e con il mare,
Rimase lì,
Rimase sola fino alla fine,
Rimase lì,
Rimase nel molo di San Blas,

Sola, sola, sola.


Il mio storytelling:


 Prova anche tu: parti da una lettura, un film, una canzone, un assolo musicale e interpreta la tua storia.

La notte del Re della Camera 204

 

Durante la gita scolastica, una sera un gruppo di studenti si ritrovò nella solita camera che, come da tradizione, diventava il punto di ritrovo non ufficiale. Tra briciole di merenda e toni bassi per non farsi scoprire, qualcuno propose per gioco di eleggere un re per la serata.

L’elezione fu rapida e grottesca quanto bastava. Il nuovo sovrano, con un asciugamano a mo’ di corona, decise allora di proclamare un’unica legge: ognuno avrebbe inventato una breve storia. Niente vincoli troppo rigidi — solo una richiesta chiara: 

ogni autore e autrice avrebbe scelto liberamente che tipo di narratore utilizzare e, alla fine del racconto, avrebbe dovuto specificare e spiegare la propria scelta.




Narratore interno, esterno, focalizzazione interna, esterna o zero: le possibilità erano sul tavolo, e ogni studente poteva prendere quella che gli sembrava più adatta alla storia che aveva in mente.

Si misero a scrivere con l’entusiasmo tipico delle attività proibite… finché un bussare deciso non fece gelare l’aria. Sulla soglia apparve la prof, con lo sguardo di chi ha visto troppe gite nella sua vita. 

Osservò la scena e dichiarò semplicemente:

«Domani mi consegnate tutto. Buona notte.»

La porta si richiuse e il “regno” ripiombò nel silenzio.
Così nacque la leggenda — e il compito — della notte del Re della Camera 204.

La pazza del molo di san Blas - Un esercizio di storytelling e di emozioni

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