"Cara Pilla (la sorella Paolina), il ritratto è bruttissimo: nondimeno fatelo girare così, acciocché i Recanatesi vedano con gli occhi del corpo (che sono i soli che hanno) che il gobbo de Leopardi è contato per qualche cosa nel mondo, dove Recanati non è conosciuto pur di nome".
Chissà perché Leopardi disprezzava tanto questo ritratto fatto a matita dal pittore Luigi Lolli e per volontà dell'editore per cui a Bologna stava lavorando a una edizione completa delle sue opere scritte fino al 1826. Eppure è un ritratto importante, perché è l'unico tra quelli eseguiti quando il poeta era ancora in vita e da cui derivano i successivi.
In uno dei suoi Ricordi, Leopardi allude a un altro ritratto di se stesso bambino, andato perduto, a cui teneva di più e che gli faceva provare tenerezza per il malinconico volto infantile, in particolare per l'espressione degli occhi che avevano "un non so che di sospiroso e di serio".
Anche nel ritratto odiato, però, pare che lo sguardo non abbia perduto la sua intensità.
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