Credo molto nelle potenzialità dei social network e vi sto di fatto spendendo le mie migliori energie. Sono convinta che una scuola 2.0 debba affiancare a un solido studio dei contenuti una diffusione degli stessi in un formato appetibile e soprattutto vicino alle modalità di comunicazione degli studenti, che di certo al giorno d'oggi non scrivono soltanto con carta e penna, ma ricorrono spesso alla leggerezza dei bits. Qualcosa che del resto già Calvino aveva preconizzato nelle sue Lezioni Americane.

Confrontarsi con il pubblico della comunità social, ben più vasto del microcosmo classe (e potenzialmente infinito), proponendo il proprio lavoro, significa per gli studenti sviluppare ottime doti di sintesi nell'esposizione dei contenuti e mantenere buon controllo ortografico. Non solo, essi devono imparare a scrivere in modo accattivante e spigliato, così da ottenere l'attenzione dei lettori, nonché variare il registro stilistico a seconda delle diverse situazioni comunicative.

sabato 21 settembre 2019

I diritti del lettore

Come genitori ed educatori sappiamo che, come i fiocchi di neve, non esistono due ragazzi uguali e  non è possibile che lo stesso libro incontri il gusto di ogni lettore nelle nostre classi o nelle nostre vite. 
Ma i libri devono essere nelle nostre vite. 
La lettura è un'esperienza vitale. 
Aiutiamo i nostri studenti a scegliere il libro che fa al caso loro.
 Quando sosteniamo le scelte di lettura e aiutiamo gli studenti a riconoscere il libro giusto al momento giusto ... succede qualcosa di incredibile. 

"Ama", "Leggi", "Sogna" non sopportano l'imperativo.
Il verbo leggere non sopporta l'imperativo, avversione che condivide con alcuni altri verbi: il verbo "amare", il verbo "sognare". Naturalmente si può sempre provare. Dai, forza: "Amami!" "Sogna!" "Leggi!" "Leggi! Ma insomma, leggi, diamine, ti ordino di leggere!" "Sali in camera tua e leggi!" Risultato? Niente. Si è addormentato sul libro.
(Daniel Pennac) 

Anche questo elenco di diritti del lettore è stato formulato da Pennac.
L’ottavo è quello che meglio mi si addice, perchè libera dall'obbligo della sequenza e dà il permesso di spizzicare: perché saltare da un testo all’altro è uno dei miei modi di lettrice affamata.

E qual è, invece, il tuo "diritto" preferito?

[agli adulti, genitori ed educatori, consiglio la lettura del saggio intero]



Nessun commento:

Posta un commento