Si dovrebbe, almeno ogni giorno, ascoltare qualche canzone, leggere una bella poesia, vedere un bel quadro, e, se possibile, dire qualche parola ragionevole (Goethe). E' questo lo scopo del blog, divagare. Divagare, quindi volare, solo tra le cose belle, siano esse le parole ben messe, i pensieri, la musica o qualsiasi altra forma di arte. Qui si ama e si coltiva la bellezza che non muore.
Credo molto nelle potenzialità dei social network e vi sto di fatto spendendo le mie migliori energie. Sono convinta che una scuola 2.0 debba affiancare a un solido studio dei contenuti una diffusione degli stessi in un formato appetibile e soprattutto vicino alle modalità di comunicazione degli studenti, che di certo al giorno d'oggi non scrivono soltanto con carta e penna, ma ricorrono spesso alla leggerezza dei bits. Qualcosa che del resto già Calvino aveva preconizzato nelle sue Lezioni Americane.
Confrontarsi con il pubblico della comunità social, ben più vasto del microcosmo classe (e potenzialmente infinito), proponendo il proprio lavoro, significa per gli studenti sviluppare ottime doti di sintesi nell'esposizione dei contenuti e mantenere buon controllo ortografico. Non solo, essi devono imparare a scrivere in modo accattivante e spigliato, così da ottenere l'attenzione dei lettori, nonché variare il registro stilistico a seconda delle diverse situazioni comunicative.
domenica 31 gennaio 2016
Werther, il giovane scoperto
sabato 30 gennaio 2016
venerdì 29 gennaio 2016
Il Preromanticismo in Europa
Il Neoclassicismo e la questione della lingua.
Il senso del Sublime
“Il bello e il sublime sono davvero idee di natura diversa, essendo l’uno fondato sul dolore e l’altro sul piacere” (E. Burke)
E. Burke, Inchiesta sul Bello e il Sublime, 1753
Immanuel Kant, Osservazioni sul sentimento del bello e del sublime[1764], trad. di L. Novati, Rizzoli, Milano 1989
Ma questi spettacoli, quanto più sono spaventosi, tanto più ci attraggono, se ci troviamo al sicuro; e queste cose le chiamiamo volentieri sublimi, perché innalzano le forze dell’anima al di sopra della mediocrità ordinaria, e ci fanno scoprire in noi stessi un potere di resistenza di tutt’altro genere, che ci dà l’animo di misurarci con l’apparente onnipotenza della natura.
I. Kant, Critica del giudizio, 1790
Caro Guglielmo, sono nella condizione in cui si sono dovuti trovare coloro che erano creduti in preda ad uno spirito maligno. Non so che cosa mi prende talvolta: non è angoscia, non è desiderio, è un interno, ignoto tumulto che minaccia di lacerarmi il petto, che mi stringe la gola. Allora, ahimè, io corro senza meta fra le spaventose scene notturne di questa stagione avversa agli umani!
Ier sera sono dovuto uscire. Era sopravvenuto improvviso il disgelo, e avevo sentito dire che il fiume era straripato, che tutti i torrenti erano gonfi e che da Wahlhein la mia valle amata era inondata. Vi corsi fra le undici e mezzanotte. Era uno spaventoso spettacolo vedere dalla roccia le onde agitate che turbinavano al chiarore della luna sui campi, i prati e le siepi, e scorgere tutta la valle trasformata in un mare tempestoso al soffio del vento. E quando la luna di nuovo apparve posata sulle nuvole nere, e le acque davanti a me si accavallavano sonore sotto questa luce meravigliosa e tremenda, fui preso da un fremito e poi da un anelito: con le braccia aperte mi sporgevo sul baratro, e aspiravo all’abisso fondo e mi smarrivo nella gioia di sommergere in quella tempesta i miei tormenti, il mio dolore, di rotolare laggiù rumoreggiando con le onde. Eppure non potevo staccare il piede dal suolo e mettere fine a tutti i tormenti! Compresi che la mia ora non era ancora venuta. Ah Guglielmo, come avrei rinunciato ad essere uomo per squarciare le nubi e sollevare i flutti insieme con quel vento tempestoso! Ah questa voluttà sarà forse concessa un giorno al povero prigioniero?
Con quanto dolore abbassai lo sguardo verso un posticino dove mi ero riposato con Carlotta, all’ombra di un salice, durante una calda passeggiata estiva!…Anch’esso era sommerso: appena riconobbi il salice, Guglielmo! E pensavo ai suoi prati, alla campagna che circondava la casa di caccia, al nostro pergolato distrutto dal torrente devastatore. E il raggio di sole del passato brillò al mio pensiero come sorride al prigioniero un sogno di pascoli e prati o di onori e di gloria! Ero lì… e non mi accuso perché ho il coraggio di morire… Io avrei… Ora siedo qui come una vecchia che va accattando la legna dalle siepi e il pane di porta in porta, per prolungare e alleviare ancora un istante la sua lunga vita languente e priva di gioie.
Johann Wolfgang Goethe, Die Leiden des jungen Werther, 1774
U. FOSCOLO, Ultime lettere di Jacopo Ortis, lettera del 13 maggio
giovedì 28 gennaio 2016
Da Nazione a Patria
mercoledì 27 gennaio 2016
martedì 26 gennaio 2016
I Promessi Sposi - scheda di analisi capitolo 6
1) Rintraccia l'analessi, cioè il ritorno indietro nel tempo del racconto, presente nel capitolo e chiarisci a quale momento della giornata si riferisce il racconto.
domenica 17 gennaio 2016
I Promessi Sposi, questionario di analisi, capitolo quinto
"Verrà un giorno..." |
1) Il mucchietto di casipole e il palazzotto, dimora di don Rodrigo, anche se descritti in modo analitico, non costituiscono una rappresentazione puramente oggettiva. Evidente è l'intenzione del narratore di evocare i segni della violenza, dell'isolamento che separa questi ambienti dalla vita del villaggio di Renzo e Lucia.
a) indica gli indizi della aggressività e della consuetudine alla violenza presenti negli abitanti della piccola capitale del regno di don Rodrigo.
omacci........................
vecchi.........................
donne.........................
fanciulli.....................
b) il palazzotto, visto dall'esterno, suscita un'impressione di cupa chiusura, di violenza. Verifica nel testo l'intenzione del narratore.
chiusura....................
violenza....................
2) Rintraccia, nei capitoli precedenti, le reazioni suscitate dal nome e dall'azione di don Rodrigo su:
don Abbondio...........
Renzo.......................
Lucia.........................
Azzecca-garbugli......
padre Cristoforo........
3) Analizza qual è il comportamento di padre Cristoforo con i vari personaggi presenti nel capitolo e segnala le reazioni di ognuno alle sue parole.
padre Cristoforo e Lucia
padre Cristoforo e Renzo
padre Cristoforo e don Rodrigo
padre Cristoforo e i convitati (conte Attilio, Azzecca-garbugli...)
4) Spiega il significato delle parole con le quali padre Cristoforo si congeda dai suoi umili protetti:
Sentite, figliuoli ... io anderò oggi a parlare a quell'uomo. Se Dio gli tocca il cuore, e dà forza alle mie parole, bene: se no, Egli ci farà trovare qualche altro rimedio.
5) Nel brindisi pronunciato da Azzecca-garbugli emergono caratteristiche assai significative del suo modo di esprimersi. Rileva nel testo:
una metafora
una similitudine
una iperbole
un ossimoro
una antonomasia
martedì 12 gennaio 2016
I Promessi Sposi - analisi capitolo 4
domenica 10 gennaio 2016
Dante, Purgatorio, canto 16°
Ascolta la lettura del canto qui