Si dovrebbe, almeno ogni giorno, ascoltare qualche canzone, leggere una bella poesia, vedere un bel quadro, e, se possibile, dire qualche parola ragionevole (Goethe). E' questo lo scopo del blog, divagare. Divagare, quindi volare, solo tra le cose belle, siano esse le parole ben messe, i pensieri, la musica o qualsiasi altra forma di arte. Qui si ama e si coltiva la bellezza che non muore.
Credo molto nelle potenzialità deisocialnetworke vi sto di fatto spendendo le mie migliori energie. Sono convinta che una scuola 2.0 debba affiancare a un solido studio dei contenuti una diffusione degli stessi in un formato appetibile e soprattutto vicino alle modalità di comunicazione degli studenti, che di certo al giorno d'oggi non scrivono soltanto con carta e penna, ma ricorrono spesso alla leggerezza deibits. Qualcosa che del resto già Calvino aveva preconizzato nelle sueLezioniAmericane.
Confrontarsi con il pubblico della comunitàsocial, ben più vasto del microcosmo classe (e potenzialmente infinito), proponendo il proprio lavoro, significa per gli studenti sviluppare ottime doti di sintesi nell'esposizione dei contenuti e mantenere buon controllo ortografico. Non solo, essi devono imparare a scrivere in modo accattivante e spigliato, così da ottenere l'attenzione dei lettori, nonché variare il registro stilistico a seconda delle diverse situazioni comunicative.
A tanta gente piace la minestra Zucchine, peperoni e melenzane Accompagnati da fette di pane Ma io la butterei dalla finestra.
Preferisco mangiar la pasta al forno Kebab, margherite e patatine Ketchup, maionese e noccioline Montagne di insalata per contorno.
Solo al pensier mi sta venendo fame La pancia mia non smette di chiamare Ma mamma "Il segreto" sta guardando.
Con questo telefilm lei ha un legame E si scorda perfin di cucinare. Mi sa che oggi pranzerò da Armando!
Il sonetto, tipico componimento della tradizione lirica italiana, presenta nelle due quartine uno schema di rime incrociate, nelle due terzine le rime sono ripetute.
L'Io poetico verso mezzogiorno avverte un languore prima appena accennato, poi via via più deciso, allo stomaco e viene assalito da un forte desiderio di cibi rustici e molto sazianti.
In casa il povero Io poetico non è ascoltato: la madre, disamorata, trascura la cucina, attratta più che dal dovere familiare, dall'ultima puntata di un famoso serial televisivo.
Al povero Io poetico non resta così che ripiegare pessimisticamente su se stesso e decidere di cercare conforto e accudimento nel più generoso Armando il ristoratore.
A tutta prima il lettore sarebbe spinto a credere a una tematica realistica, comica.
Invece il tema di fondo del sonetto è di un profondo pessimismo e induce a riflettere su quanto al giorno d'oggi si sia più attirati dal superfluo che dall'essenziale, dimenticando perfino gli affetti più stretti.
Jean Michel Basquiat (1960-1988), I lupi, ca. 1980.
I Jordan non parlarono mai dell’esame, o almeno non ne parlarono fino al giorno in cui Dickie compì dodici anni. Fu solo quella mattina che la signora Jordan accennò per la prima volta all'esame in presenza del figlio, e il suo tono angustiato provocò una risposta secca del marito.
Non ci pensare ora, disse bruscamente. Se la caverà benissimo.
Stavano facendo colazione, e il ragazzo alzò la testa dal piatto, incuriosito. Era un ragazzetto dallo sguardo sveglio, con capelli ricci e modi vivaci. Non capì il motivo dell'improvvisa tensione che si era creata nella stanza, ma sapeva che era il giorno del suo compleanno e desiderava che tutto andasse bene. Da qualche parte nel piccolo appartamento erano nascosti dei pacchetti infiocchettati che aspettavano di essere aperti, e nella minuscola cucina retrattile qualcosa di molto appetitoso stava cuocendo nel forno automatico. Lui voleva che quel giorno fosse felice, e il velo umido che aveva appannato gli occhi di sua madre, l'espressione torva sul volto di suo padre, minacciavano ora di guastargli la festa.
Quale esame? chiese.
La madre guardò l'orologio sul tavolo. E’ solo una specie di test d'intelligenza che il governo fa fare a tutti i bambini all'età di dodici anni. Tu dovrai sostenerlo la prossima settimana. Non c'è nulla di cui preoccuparsi.
Vuoi dire un test come quelli di scuola?
Qualcosa del genere, disse il padre alzandosi di scatto. Vai a leggerti un giornalino, Dickie.
Il ragazzo si alzò e si diresse svogliatamente verso l'angolo del soggiorno che era sempre stato il suo angolo, fin da piccolo. Sfogliò per qualche istante un giornalino a fumetti, ma le sue strisce a colori vivaci non sembrarono divertirlo. Andò alla finestra e restò a guardare malinconicamente il velo di vapore che appannava i vetri.
« Perché deve piovere proprio oggi? si disse. Perché non può piovere domani? »
Il padre, ora sprofondato in poltrona con il giornale governativo tra le mani, spiegazzò rumorosamente i fogli, irritato.
Perché piove, ecco perché. La pioggia fa crescere l'erba.
Perché, papà?
Perché si, che domande.
Dickie corrugò la fronte.
Ma che cosa la rende verde, poi? L'erba, voglio dire.
Nessuno lo sa, tagliò corto il padre, pentendosi immediatamente per la sua asprezza.
Poi, a poco a poco, quel giorno tornò il giorno del suo compleanno. La madre sorrideva con tenerezza quando entrò con i pacchetti gaiamente colorati, e persino il padre rimediò un sorriso e gli scompigliò i capelli. Dickie baciò la mamma e strinse gravemente la mano al padre. Venne servita la torta di compleanno, e la festa finì.
Un'ora dopo, seduto accanto alla finestra, guardava il sole che si faceva strada tra le nuvole.
Papà, chiese, quant'è lontano il sole? Diecimila chilometri, rispose il padre.
Il lunedì seguente, seduto a tavola per la colazione, Dickie vide di nuovo gli occhi della madre farsi lucidi. Ma non collegò queste lacrime con l'esame finché il padre non tirò fuori bruscamente l'argomento.
Be', Dickie, annunciò con un'aria più scura che mai, tu hai un appuntamento per oggi.
Capisco, papà. Spero...
Non c'è niente da preoccuparsi, adesso. Migliaia di bambini fanno quel test ogni giorno. Il Governo vuole solo sapere quanto sei in gamba, Dickie. Si tratta solo di questo.
Ho preso sempre buoni voti a scuola, disse il ragazzo, esitante.
Questa volta è diverso. Si tratta di... di un test di tipo speciale. Ti danno quella roba da bere, e poi ti fanno entrare in una stanza dove c'è una specie di macchina...
Quale roba da bere? chiese Dickie.
Oh, niente. Sa di menta. E’ solo per essere certi che uno risponde sinceramente alle domande. Non che il Governo pensi che tu non diresti la verità, ma quella roba li rende proprio sicuri.
La faccia di Dickie manifestava tutta la sua sorpresa, e un'ombra di paura. Guardò la madre, e lei si costrinse a un vago sorriso.
Andrà tutto bene, vedrai, disse al figlio.
Certo che andrà tutto bene, ribadì il padre. Tu sei sempre stato un bravo bambino, Dickie, e te la caverai benissimo. Poi torneremo a casa e faremo una festa. D'accordo?
D'accordo, disse Dickie.
Arrivarono al palazzo governativo dell’Istruzione Popolare quindici minuti prima dell'ora fissata. Traversarono un grande atrio a colonne, passarono sotto un'arcata, ed entrarono in un ascensore che li portò all'ottavo piano. Lì trovarono un usciere che chiese il nome di Dickie, e controllò accuratamente una lista prima di accompagnarli alla sala 804. La sala era fredda e ufficiale come un tribunale, con lunghe panche affiancate a tavoli metallici. C'erano già numerosi padri e figli, e una donna, dalle labbra sottili e i capelli corti e neri, distribuiva dei moduli. Il signor Jordan riempì il foglio e lo restituì all'impiegata. Poi disse a Dickie: Non sarà una cosa lunga, vedrai. Quando senti chiamare il tuo nome, devi solo entrare in quella porta là in fondo . E gli indicò la porta con la mano.
Un altoparlante crepitò e chiamò quindi il primo nome. Dickie vide un ragazzo, più o meno della sua età, lasciare con riluttanza la mano del padre e dirigersi lentamente verso la porta. Alle undici e cinque chiamarono il nome Jordan.
Buona fortuna, figliolo, disse il padre senza guardarlo. Quando il test sarà finito, mi telefoneranno e verrò a riprenderti.
Dickie si avvicinò alla porta e girò la maniglia. La nuova stanza gli sembrò buia e a malapena riuscì a distinguere la sagoma del funzionario in tunica grigia che lo salutò.
Siediti, disse gentilmente l'uomo, indicandogli un alto sgabello davanti alla sua scrivania. Ti chiami Richard Jordan?
Sì, signore. Il tuo numero è 600 115. Bevi questo, Richard.
Prese un bicchiere di plastica già pronto sulla scrivania e lo porse al ragazzo. Il liquido che vi era contenuto aveva la consistenza del siero di latte, e sapeva molto vagamente della menta promessa. Dickie lo mandò giù d'un fiato. Sedette in silenzio, sentendosi invadere da una strana sonnolenza, mentre l'uomo scriveva con aria molto indaffarata qualcosa su un foglio. Dopo qualche tempo guardò l'orologio, poi si alzò, chinandosi in avanti fino a trovarsi a pochi centimetri dalla faccia di Dickie. Sfilò dal taschino una sottile lampada a pila e proiettò uno stretto fascio di luce negli occhi del ragazzo. Bene, disse. Vieni con me, Richard.
Condusse Dickie all'altra estremità della stanza, dove una solitaria poltroncina di metallo era disposta di fronte a una macchina con molti quadranti. C'era anche un microfono, di cui il funzionario regolò l'altezza.
Cerca ora di rilassarti, Richard. Ti saranno solo rivolte delle domande, e tu pensaci su bene prima di rispondere. Poi di' le tue risposte nel microfono. La macchina penserà al resto.
Sissignore. Ti lascio solo ora. Quando vuoi cominciare, basta che tu dica pronto nel microfono. Sissignore.
L'uomo gli batté un colpetto sulla spalla, e se ne andò.
Pronto, disse Dickie.
Una fila di luci si accese sulla macchina, un meccanismo ronzò. Poi una voce disse: Completa questa sequenza: uno, quattro, sette, dieci...
Il signore e la signora Jordan sedevano in soggiorno, senza dire una parola, senza nemmeno azzardarsi a pensare. Erano quasi le quattro quando squillò il telefono. La donna cercò di raggiungere per prima l'apparecchio, ma il marito fu più svelto.
Il signor Jordan? Era una voce secca, dal tono sbrigativo, ufficiale.
Sì, dite pure.
Qui è il Servizio Istruzione Popolare. Vostro figlio, Richard M. Jordan, ha completato l'esame governativo. Ci rincresce informarvi che il suo quoziente d'intelligenza è risultato di I3,8 punti superiore al normale, per cui abbiamo dovuto procedere a norma dell'articolo 82, comma 5, del Decreto Legge 11 6 93.
La signora Jordan fece un urlo disperato, lacerante, perché le era bastato leggere l'espressione sulla faccia del marito.
Potreste specificare per telefono, proseguì la voce impassibile, se desiderate che il corpo sia inumato a cura del Governo, o se preferite una sepoltura privata? Il costo di una sepoltura governativa è di dieci dollari.
You may have heard that September 2014 was the warmest September ever recorded and that the past six months were the hottest April through September in 130 years of records. NASA Earth Observatory readers sometimes ask: How much does it matter when a monthly or yearly temperature record is broken? And where does global temperature data come from?
The NASA Goddard Institute for Space Studies (GISS) maintains the GISS Surface Temperature Analysis (GISTEMP), one of the most widely-cited global temperature records. To conduct this analysis, scientists at GISS use publicly available data from 6,300 meteorological stations around the world; from ship-based and satellite observations of sea surface temperatures; and from Antarctic research stations. These three data sets are analyzed to account for breaks in station records, urban heating artifacts, and the distribution of stations across the landscape. Then they are loaded into a computer program—available for public download from the GISS web site—that calculates trends in temperatures relative to the average temperature from 1951-1980. (Note: The GISTEMP analysis is limited to the period since 1880 because of poor spatial coverage of stations and decreasing data quality prior to that time.)
Since GISTEMP data is freely available on the web, scientists and journalists often download maps showing the most recent month as soon as the data becomes available. While an individual month, or even a few months, offers interesting insight into the weather, such a short time period can be a distraction from deeper discussions of climate change. Monthly and yearly temperatures are closely tied to weather, while climate scientists are more concerned with decade to century trends.
For instance, the map above depicts temperature anomalies, or changes from the norm, between April and September 2014; it does not show absolute temperatures. Reds and blues show how much warmer or cooler each area was during that period in 2014 compared to an averaged base period of the same months from 1951–1980.
“When you look at all the red in that map, there is no doubt that April through September was unusually warm in most of the world, but it’s the decadal trend that is more significant,” said Gavin Schmidt, GISS director. “Earth has experienced rapid warming in the last few decades, and the most recent decade was the warmest of all. What has happened so far in 2014 extends this ongoing trend. But in the context of climate change, it does not make sense to try to derive much meaning from a single month—or, for that matter, even a single year.”
How and when is NASA GISS data made available? Each month, after the most recent month’s data from the meteorological stations has been checked for errors and ingested by the analysis program, it becomes possible to generate graphs and maps that include the most recent month’s data on the GISTEMP website. In recent years, GISS scientists have released an analysis of the previous year in mid-January. For people looking for more details about the GISTEMP record, answers to several frequently asked questions are available on the GISS website.
Un 'adultescente' 'inzitellito' con contratto 'cocopro' ma che veste 'bling-bling', è affetto da 'ludopatia' e consuma 'shortini'.
Se questo è l'identikit dell'italiano 2014, non stiamo messi benissimo. Ma stando a come ci esprimiamo questa è la situazione. E queste sono alcune delle nuove voci che il vocabolario della lingua italiana 'Lo Zingarelli 2014' ha accolto.
Circa 1500 sono le nuove parole entrate quest'anno nel dizionario (144mila voci in tutto, 380mila significati, 1000 sfumature di significato). Figlie del loro tempo, dei modi di dire ai nuovi mestieri, del mondo tecnologico o dal politichese.
I nuovi studi biologici hanno individuato una nuova scala in cui misurare le età dell'uomo: l''adultescente'. Si tratta di una persona tra i venti e i trent'anni le cui condizioni di vita (studio, lavoro, reddito, casa, ecc.) e la cui mentalità sono considerate simili a quelle di un adolescente. Soggetto molto diffuso in Italia. E si accompagna spesso al 'cocopro', più che un contratto da precario, un vero status sociale. Assieme a una diffusa 'zoccolaggine', stando a quanto raccontano i media.
Ed è inutile fare il 'rosicone', lo Zingarelli 2014 non sbaglia. Meglio berci su una 'fraccata' di 'shortini'. Dopotutto la condizione economica italiana non aiuta.
Far parte di un 'euroregione' non ci solleva da un 'sovraindebitamento' molto 'spaesante'. Non siamo immuni al 'nostalgismo' e abbiamo il vizio del gioco patologico, la 'ludopatia', mentre le questioni etiche le lasciamo all''eticista' (esperto di problemi etici, specie quelli attinenti alla professione medica - riguardo ad aborto, eutanasia, tecnologie riproduttive).
Eppure il nostro Paese resiste e non si fa 'intimidire' (una volta la maestra ce lo avrebbe segnato con la matita rossa). L'italiano è sempre più 'iperreattivo', 'iperrecettivo', si dedica al 'cineturismo' (settore del turismo diretto verso i luoghi dove sono state girate le riprese di un film) o all''archeoturismo', frequenta i 'finissage', tramite 'sbigliettamento' (emissione dei biglietti per uno spettacolo) col 'tagliacode'.
L'italiano poi tende a vestirsi 'bling bling' (detto di capo di abbigliamento o di ornamento vistoso, ostentato) come i rapper afroamericani. E' sensibile alle novità tecnologiche come gli strumenti che consentono il 'self publishing', da promuovere magari con una 'videointervista', o il 'lifecasting' (attività di relazioni sociali attraverso Internet che include la ripresa mediante webcam della propria vita quotidiana).
Da Twitter arriva l''hashtag' (parola o frase preceduta dal simbolo #, utilizzabile come chiave di ricerca in Twitter). Se è ancora poco diffuso 'enopirateria' (l'azione illecita commessa da un produttore vinicolo che dichiara senza averne titolo una denominazione tipica o un'origine geografica, fanno parte del nostro lessico quotidiano la 'geolocalizzazione' grazie all''infomobilità' (l'insieme delle tecnologie di telecomunicazione e informatiche impiegate in sistemi di ausilio allo spostamento di persone e merci).
Nel dizionario Zingarelli 2014 sono registrati i nuovi modi di dire: 'inzitellito', 'calpestabile', 'esodale' (relativo a un esodo), 'profilazione' (descrizione sintetica del profilo e delle caratteristiche di qualcuno), il burocratese 'pedaggiare' (sottoporre a un sistema di pedaggio), 'asteriscare'.
Dalla politica è entrato nel linguaggio comune 'rottamatore', neologismo caro al sindaco di Firenze Matteo Renzi, con il significato di chi si propone di allontanare e sostituire un gruppo dirigente considerato antiquato. Il significato 'renziano' del neologismo va così ad aggiungersi a quello già presente da decenni, allorché 'rottamatore' è colui che 'si occupa della rottamazione specie di autoveicoli'.
La declinazione è un fenomeno grammaticale che consiste nella modifica della desinenza dei nomi, degli aggettivi e dei pronomi; mediante questa modifica, il vocabolo assume diverse funzioni logiche.
La serie completa delle variazioni, in numero di sei, si definisce la declinazione di un nome; le sei variazioni si ripetono anche per il plurale, cosicché una declinazione regolare completa presenta dodici voci diverse.
Ciascuna delle sei variazioni si chiama caso; uno di essi ha una funzione esclusiva; gli altri hanno invece funzioni più o meno numerose.
Il primo della sequenza è il caso nominativo, usato per esprimere il soggetto, ma anche il nome del predicato e il complemento predicativo del soggetto.
Il secondo è il caso genitivo, che esprime il complemento di specificazione, ma anche altre funzioni.
Il terzo è il caso dativo, che esprime le funzioni di termine, vantaggio, fine, e altre simili.
Il quarto è il caso accusativo, che da solo (accusativo semplice) indica prevalentemente il complemento oggetto e il predicativo dell’oggetto, ma, unito a preposizioni, assume altre valenze (luogo, causa, fine…).
Il quinto è il caso vocativo, con l’esclusiva funzione di vocazione.
Il sesto è infine il caso ablativo, che da solo (ablativo semplice) ha molteplici funzioni (strumento, causa, modo, tempo…), ma moltiplica le sue valenze se associato a preposizioni.
I CASI LATINI
Caso
esprime in italiano
Nominativo
Soggetto, nome del predicato, predicativo del soggetto
Genitivo
Compl. di specificazione
Dativo
Compl. di termine, vantaggio, fine
Accusativo
Compl. oggetto, predicativo dell'oggetto
Vocativo
Compl. di vocazione
Ablativo
Compl. di strumento, modo, causa, tempo determinato
I nomi latini si possono classificare, in base alla desinenza del genitivo singolare, in cinque famiglie, più o meno numerose, che si chiamano le cinque declinazioni.
Esempio di nomi della 1° declinazione: nauta, naut-ae (desinenza del genitivo singolare -ae)
Esempio di nomi della 2° declinazione: lupus, lup-i (desinenza del genitivo singolare -i)
Esempio di nomi della 3° declinazione: lex, leg-is (desinenza del genitivo singolare -is)
Esempio di nomi della 4° declinazione: tribus, trib-us (desinenza del genitivo singolare -us)
Esempio di nomi della 5° declinazione: res, r-ei (desinenza del genitivo singolare -ei)
Appartengono alla prima declinazione tutti i sostantivi che hanno il tema terminante in –a; essi sono perlopiù sostantivi femminili, pochi maschili, nessun neutro. Eccone il modello:
SINGOLARE
Caso
Nome
Traduzione
Funzione logica
Nominativo
ros-ă
la rosa
soggetto
Genitivo
ros-ae
della rosa
complemento di specificazione
Dativo
ros-ae
alla rosa
complemento di termine
Accusativo
ros-am
la rosa
complemento oggetto
Vocativo
ros-ă
o rosa
complemento di vocazione
Ablativo
ros-ā
con la rosa...
alcuni complementi indiretti
PLURALE
Caso
Nome
Traduzione
Funzione logica
Nominativo
ros-ae
le rose
soggetto
Genitivo
ros-ārum
delle rose
complemento di specificazione
Dativo
ros-is
alle rose
complemento di termine
Accusativo
ros-as
le rose
complemento oggetto
Vocativo
ros-ae
o rose
complemento di vocazione
Ablativo
ros-is
con le rose...
alcuni complementi indiretti
Si declinano secondo lo stesso modello anche moltissimi aggettivi femminili; essi però sul vocabolario sono elencati partendo dalla forma maschile, per esempio bonus, bona, bonum. Mentre bonus e bonum (forme maschile e neutra) non possono ancora essere usati, perché seguono la seconda declinazione, possiamo invece declinare la forma bona.
Esempio di declinazione completa del singolare (la buona fanciulla):
N. puella bona,
G. puellae bonae,
D. puellae bonae,
Acc. puellam bonam,
V. puella bona,
Abl. puella bona
Particolarità della prima declinazione
Il nome familia ha come genitivo singolare, oltre alla forma familiae, anche la più rara familias, usata spesso nella locuzione pater familias (il padre di famiglia, il capofamiglia)
Alcuni nomi di orgine greca hanno la terminazione del genitivo plurale in -um anziché in -arum. es.amphora, gen. plur. amphorum; drachma, gen. plur. drachmum. Lo stesso vale peri nomi che terminano in -cola e -gena: es.. caelicola, gen. plur. caelicolum e graiugena, gen. plur. graiugenum.
I nomi dea, filia, liberta (anche equa e mula) nel Dativo e Ablativo plurale, invece che la terminazione–is, possono presentare anche -abus. es. deabus “”alle dee””
Particolarità nel numero
Alcuni nomi in latino (come in italiano “”le nozze””) hanno solo il plurale. Questi nomi sono detti (nomina) pluralia tantum (=nomi soltanto plurali).Tra i più usati:
deliciae, -arum “la delizia”
divitiae, -arum “la ricchezza” ma talvolta anche “le ricchezze”
indutiae, -arum “la tregua” (indutias facere “firmare la tregua”, indutias petere “chiedere una tregua”)
insidiae, -arum “l’agguato”
minae, -arum “”la minaccia” ma talvolta anche “le minacce”
nuptiae, -arum “le nozze”
Athenae, -arum “Atene”
Syracusae, -arum “Siracusa”
Con i pluralia tantum il predicato, la copula e il nome del predicato vanno al plurale.
es. Athenae clarae sunt. Atene è famosa
Altri nomi invece cambiano significato dal singolare al plurale. Tra i più frequenti:
vigilia, -ae “turno di guardia” vigiliae, -arum “sentinelle”
Consigli
Per imparare bene la prima declinazione, ma anche le altre, si deve assolutamente, oltre che recitarla a voce, scriverla molte volte. Scrivendo, le nozioni si fissano molto meglio nella mente. Pertanto si consiglia di declinare per iscritto almeno i seguenti sostantivi: