domenica 8 giugno 2014

Comprensione


Provo una profonda, sincera e motivata ammirazione per i ragazzi e le ragazze che ogni mattina incontro a scuola, in aula, in corridoio, al bar, in giardino, nei rari momenti di silenzio, nella confusione delle assemblee, nella solitudine dei compiti in classe.
Sono studenti e studentesse spesso indecisi e confusi, pieni di talento oppure seduti ad aspettare, con le idee chiare o con la vita ancora tutta da inventare. Tutti scarpe lungo i corridoi, capelli, maglioni, cartelle, borse, ciglia, libri sotto braccio e sotto il banco, urla, pianti, heyprof lanciati dal bar. 
Il sistema scolastico mi impone una valutazione numerica che attribuisco non senza difficolta’, ma attribuisco. Cosi’ anche io ho il mio piccolo carico di voti laddove vorrei avere solo volti, ho i miei dieci ed i miei cinque, ho chi cerca la letteratura e chi invece l’ha chiusa in un cassetto. Ma superato questo, che meraviglia, che stupore, che immensa varieta’ di umanita’ che mi e’ dato di frequentare ogni singola mattina. E allora valuto la letteratura e metto voti in un registro, ma poi il registro lo chiudo e mi tengo le persone. E lo dichiaro perche’ e’ giusto ricordare ogni tanto il segno profondo che i nostri studenti e le nostre studentesse lasciano.

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