Ogni essere umano sa che le storie sono ciò di cui più si ha bisogno nella vita. Basti tornare indietro nel tempo e ripensare a quando, in società nascenti, si raccontavano storie intorno al fuoco per alimentare la fantasia e tramandare il ricordo di sé.
Le storie sono ovunque ed è attraverso di esse che noi definiamo il nostro mondo e scopriamo quale sia in esso il nostro posto. Le storie ci aiutano a capire la realtà in cui viviamo, ci insegnano da dove veniamo e ci aiutano a intravedere possibili scenari futuri.
Le storie sono insieme la nostra educazione e la nostra evoluzione.
Tutta questa introduzione per dire che è importante capire che, sia a livello consapevole che inconsapevole, tutti i bambini sono in qualche modo potenziali amanti dei libri. Ogni bambino già ama le storie attraverso i film che guarda al cinema o in televisione o attraverso i video games. Ogni bambino sa quale tipo di storia preferisce. E film, televisione e videogames non sono necessariamente da intendersi come nemici degli educatori, piuttosto metodi alternativi per raccontare storie.
Quello che invece noi educatori dobbiamo fare è incoraggiare ogni bambino ad apprezzare il racconto delle storie scritte e avvicinare alla lettura. Infatti è difficile, se non impossibile, innalzare il proprio livello di esperienza se non si è capaci di leggere, perché essere capaci di leggere significa avere la possibilità di rimanere alunni per la vita, col desiderio costante di apprendere e crescere come individui e cittadini di una società libera di pensiero.
Per prima cosa occorre fare un passo verso i bambini accostandosi al loro mondo, parlando loro dei loro film preferiti, degli spettacoli televisivi che guardano o dei video games che amano, magari proponendo libri che abbiano per protagonisti gli stessi personaggi o per trama storie simili. Sarebbe un modo per far capire ai bambini che ciò che a loro piace esiste anche in forma scritta. E incoraggiarli, poi, a scrivere storie proprio con quei personaggi, condividendole poi con altri coetanei.
Potremmo poi proporre qualche buon libro, anche dando più titoli al giorno, per dimostrare che leggere è una attività che fa parte di ogni singola giornata della vita, che si può fare in qualsiasi momento. La lettura non va imposta, solo suggerita: se diamo ai bambini solo una indicazione, se li lasciamo liberi di scegliere cosa leggere, noi creiamo opportunità per un apprendimento più profondo, più pervasivo, più personale, molto più efficace.
Ma la cosa più importante da fare per appassionare un bambino alla lettura è leggere con lui. Nella mia infanzia era mio padre quello che mi introduceva alla gioia della lettura. Ma gli insegnanti non sono meno influenti nella esperienza dei loro studenti: quando io ripenso ai miei giorni di scuola, ricordo pochi insegnanti di cui la passione per un argomento fosse in grado di ispirare una simile passione in me. Quando gli insegnanti trovano il modo di mostrare agli studenti quanto sia stato e sia importante leggere per la loro propria vita, si apre la porta per la lettura.
Noi oggi abbiamo molti più strumenti per ricevere storie di quanti ce ne fossero in passato: nei video games noi diamo vita a un personaggio dentro una storia, nei film ci immedesimiamo in una vicenda e viviamo un pezzo di vita alternativa nello spazio di pochi qualche decina di minuti, nei libri apprendiamo emozioni complesse e motivazioni che vanno ben oltre la situazione evidente. Insomma ogni canale è unico con i suoi pregi e i suoi limiti: quando usati insieme, noi possiamo inculcare nei nostri studenti non soltanto l'amore per le varie forme di racconto ma anche il senso di come noi esseri umani abbiamo lo storytelling nel nostro DNA.