Credo molto nelle potenzialità dei social network e vi sto di fatto spendendo le mie migliori energie. Sono convinta che una scuola 2.0 debba affiancare a un solido studio dei contenuti una diffusione degli stessi in un formato appetibile e soprattutto vicino alle modalità di comunicazione degli studenti, che di certo al giorno d'oggi non scrivono soltanto con carta e penna, ma ricorrono spesso alla leggerezza dei bits. Qualcosa che del resto già Calvino aveva preconizzato nelle sue Lezioni Americane.

Confrontarsi con il pubblico della comunità social, ben più vasto del microcosmo classe (e potenzialmente infinito), proponendo il proprio lavoro, significa per gli studenti sviluppare ottime doti di sintesi nell'esposizione dei contenuti e mantenere buon controllo ortografico. Non solo, essi devono imparare a scrivere in modo accattivante e spigliato, così da ottenere l'attenzione dei lettori, nonché variare il registro stilistico a seconda delle diverse situazioni comunicative.

martedì 8 ottobre 2013

Versi di gelosia



Ille mi par… par esse deo videtur
Ille si fas… est superare divos
Ille mi par
par esse deo videtur.

Ille si fas
est superare divos.
Sedens adversus identidem
te spectat et audit
dulce ridentem
misero quod omnis
eripit sensus mihi…
Nam simul te
te Lesbia aspexi
nihil est super mihi
tum quoque vocis
lingua sed torpet…
Tenuis sub artus
fiamma demanat
sonitu suopte…
Par esse deo videtur…
Tintinnant aures
gemina teguntur
lumina nocte.


Mi pare un dio quello che siede accanto a te
Occhi negli occhi dolcemente tu ridi
E io mi sento morire 
Se ti guardo io
Al mio cuore la voce manca



I versi sono di Catullo che traduce Saffo e la sua famosa ode della gelosia. 

Il dipinto raffigura Saffo e Alceo a Mitilene, di Lawrence Alma-Tadema (1881).




Nessun commento:

Posta un commento