Credo molto nelle potenzialità dei social network e vi sto di fatto spendendo le mie migliori energie. Sono convinta che una scuola 2.0 debba affiancare a un solido studio dei contenuti una diffusione degli stessi in un formato appetibile e soprattutto vicino alle modalità di comunicazione degli studenti, che di certo al giorno d'oggi non scrivono soltanto con carta e penna, ma ricorrono spesso alla leggerezza dei bits. Qualcosa che del resto già Calvino aveva preconizzato nelle sue Lezioni Americane.

Confrontarsi con il pubblico della comunità social, ben più vasto del microcosmo classe (e potenzialmente infinito), proponendo il proprio lavoro, significa per gli studenti sviluppare ottime doti di sintesi nell'esposizione dei contenuti e mantenere buon controllo ortografico. Non solo, essi devono imparare a scrivere in modo accattivante e spigliato, così da ottenere l'attenzione dei lettori, nonché variare il registro stilistico a seconda delle diverse situazioni comunicative.

giovedì 17 ottobre 2013

Utopia


da un forte radicamento nella comprensione del reale può nascere un ideale. 


(Lingue morte per le Lingue vive)



un'utopia, in effetti, cos'è?

ou+topos = non luogo
eu+topos = buon luogo

è quella cosa che sta proprio in mezzo tra l'irrealizzabilità e la meta a cui tendere
(nonostante le disillusioni di questo mondo).






Nessun commento:

Posta un commento