Credo molto nelle potenzialità dei social network e vi sto di fatto spendendo le mie migliori energie. Sono convinta che una scuola 2.0 debba affiancare a un solido studio dei contenuti una diffusione degli stessi in un formato appetibile e soprattutto vicino alle modalità di comunicazione degli studenti, che di certo al giorno d'oggi non scrivono soltanto con carta e penna, ma ricorrono spesso alla leggerezza dei bits. Qualcosa che del resto già Calvino aveva preconizzato nelle sue Lezioni Americane.

Confrontarsi con il pubblico della comunità social, ben più vasto del microcosmo classe (e potenzialmente infinito), proponendo il proprio lavoro, significa per gli studenti sviluppare ottime doti di sintesi nell'esposizione dei contenuti e mantenere buon controllo ortografico. Non solo, essi devono imparare a scrivere in modo accattivante e spigliato, così da ottenere l'attenzione dei lettori, nonché variare il registro stilistico a seconda delle diverse situazioni comunicative.

domenica 12 ottobre 2014

La prima declinazione

La declinazione è un fenomeno grammaticale che consiste nella modifica della desinenza dei nomi, degli aggettivi e dei pronomi; mediante questa modifica, il vocabolo assume diverse funzioni logiche.
La serie completa delle variazioni, in numero di sei, si definisce la declinazione di un nome; le sei variazioni si ripetono anche per il plurale, cosicché una declinazione regolare completa presenta dodici voci diverse.
Ciascuna delle sei variazioni si chiama caso; uno di essi ha una funzione esclusiva; gli altri hanno invece funzioni più o meno numerose.
  1. Il primo della sequenza è il caso nominativo, usato per esprimere il soggetto, ma anche il nome del predicato e il complemento predicativo del soggetto.
  2. Il secondo è il caso genitivo, che esprime il complemento di specificazione, ma anche altre funzioni.
  3. Il terzo è il caso dativo, che esprime le funzioni di termine, vantaggio, fine, e altre simili.
  4. Il quarto è il caso accusativo, che da solo (accusativo semplice) indica prevalentemente il complemento oggetto e il predicativo dell’oggetto, ma, unito a preposizioni, assume altre valenze (luogo, causa, fine…).
  5. Il quinto è il caso vocativo, con l’esclusiva funzione di vocazione.
  6. Il sesto è infine il caso ablativo, che da solo (ablativo semplice) ha molteplici funzioni (strumento, causa, modo, tempo…), ma moltiplica le sue valenze se associato a preposizioni.
I CASI LATINI
Casoesprime in italiano
NominativoSoggetto, nome del predicato, predicativo del soggetto
GenitivoCompl. di specificazione
DativoCompl. di termine, vantaggio, fine
AccusativoCompl. oggetto, predicativo dell'oggetto
VocativoCompl. di vocazione
AblativoCompl. di strumento, modo, causa, tempo determinato

I nomi latini si possono classificare, in base alla desinenza del genitivo singolare, in cinque famiglie, più o meno numerose, che si chiamano le cinque declinazioni.
  • Esempio di nomi della 1° declinazionenauta, naut-ae (desinenza del genitivo singolare -ae)
  • Esempio di nomi della 2° declinazionelupus, lup-i  (desinenza del genitivo singolare -i)
  • Esempio di nomi della 3° declinazionelex, leg-is (desinenza del genitivo singolare -is)
  • Esempio di nomi della 4° declinazionetribus, trib-us (desinenza del genitivo singolare -us)
  • Esempio di nomi della 5° declinazioneres, r-ei (desinenza del genitivo singolare -ei)
Appartengono alla prima declinazione tutti i sostantivi che hanno il tema terminante in –a; essi sono perlopiù sostantivi femminili, pochi maschili, nessun neutro. Eccone il modello:
SINGOLARE
Caso

Nome

Traduzione

Funzione logica
Nominativo

ros-ă

la rosa

soggetto
Genitivo

ros-ae

della rosa

complemento di specificazione
Dativo

ros-ae

alla rosa

complemento di termine
Accusativo

ros-am

la rosa

complemento oggetto
Vocativo

ros-ă

o rosa

complemento di vocazione
Ablativo

ros-ā

con la rosa...

alcuni complementi indiretti

PLURALE
Caso

Nome

Traduzione

Funzione logica
Nominativo

ros-ae

le rose

soggetto
Genitivo

ros-ārum

delle rose

complemento di specificazione
Dativo

ros-is

alle rose

complemento di termine
Accusativo

ros-as

le rose

complemento oggetto
Vocativo

ros-ae

o rose

complemento di vocazione
Ablativo

ros-is

con le rose...

alcuni complementi indiretti
















Si declinano secondo lo stesso modello anche moltissimi aggettivi femminili; essi però sul vocabolario sono elencati partendo dalla forma maschile, per esempio bonus, bona, bonum. Mentre bonus e bonum (forme maschile e neutra) non possono ancora essere usati, perché seguono la seconda declinazione, possiamo invece declinare la forma bona.
Esempio di declinazione completa del singolare (la buona fanciulla):
  • N.     puella bona,
  • G.     puellae bonae,
  • D.     puellae bonae,
  • Acc. puellam bonam,
  • V.     puella bona,
  • Abl. puella bona

Particolarità della prima declinazione
  • Il nome familia ha come genitivo singolare, oltre alla forma familiae, anche la più rara familias, usata spesso nella locuzione pater familias (il padre di famiglia, il capofamiglia)
  • Alcuni nomi di orgine greca hanno la terminazione del genitivo plurale in -um­ anziché in -arum. es.amphora, gen. plur. amphorumdrachma, gen. plur. drachmum. Lo stesso vale per  i nomi che terminano in -cola e -gena: es.. caelicola, gen. plur. caelicolum e graiugena, gen. plur. graiugenum.
  • I nomi deafilialiberta (anche equa e mula) nel Dativo e Ablativo plurale, invece che la terminazione–is,­ possono presentare anche -abus. es. deabus “”alle dee””

Particolarità nel numero
Alcuni nomi in latino (come in italiano “”le nozze””) hanno solo il plurale. Questi nomi sono detti (nomina) pluralia tantum (=nomi soltanto plurali). Tra i più usati:
  • deliciae, -arum “la delizia”
  • divitiae, -arum “la ricchezza” ma talvolta anche “le ricchezze”
  • indutiae, -arum “la tregua” (indutias facere “firmare la tregua”, indutias petere “chiedere una tregua”)
  • insidiae, -arum “l’agguato”
  • minae, -arum “”la minaccia” ma talvolta anche “le minacce”
  • nuptiae, -arum “le nozze”
  • Athenae, -arum “Atene”
  • Syracusae, -arum “Siracusa”
Con i pluralia tantum il predicato, la copula e il nome del predicato vanno al plurale.
  • es. Athenae clarae sunt. Atene è famosa
Altri nomi invece cambiano significato dal singolare al plurale. Tra i più frequenti:
  • copia, -ae “abbondanza” copiae, -arum “truppe”
  • littera, -ae “lettera dell’alfabeto” litterae, -arum “lettera/messaggio”, “letteratura”
  • vigilia, -ae “turno di guardia” vigiliae, -arum “sentinelle”
Consigli
Per imparare bene la prima declinazione, ma anche le altre, si deve assolutamente, oltre che recitarla a voce, scriverla molte volte. Scrivendo, le nozioni si fissano molto meglio nella mente. Pertanto si consiglia di declinare per iscritto almeno i seguenti sostantivi:
fabula, lingua, silva, rosa, charta, villa, piscina, Italia, tabella.

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