Credo molto nelle potenzialità dei social network e vi sto di fatto spendendo le mie migliori energie. Sono convinta che una scuola 2.0 debba affiancare a un solido studio dei contenuti una diffusione degli stessi in un formato appetibile e soprattutto vicino alle modalità di comunicazione degli studenti, che di certo al giorno d'oggi non scrivono soltanto con carta e penna, ma ricorrono spesso alla leggerezza dei bits. Qualcosa che del resto già Calvino aveva preconizzato nelle sue Lezioni Americane.

Confrontarsi con il pubblico della comunità social, ben più vasto del microcosmo classe (e potenzialmente infinito), proponendo il proprio lavoro, significa per gli studenti sviluppare ottime doti di sintesi nell'esposizione dei contenuti e mantenere buon controllo ortografico. Non solo, essi devono imparare a scrivere in modo accattivante e spigliato, così da ottenere l'attenzione dei lettori, nonché variare il registro stilistico a seconda delle diverse situazioni comunicative.

lunedì 6 ottobre 2014

Homines, dum docent, discunt (Seneca)


Sono un' insegnante che non cerca ma accetta le richieste d’amicizia dei suoi allievi su facebook Ho iniziato dagli ex-allievi, ma non credo vi siano sostanziali differenze: si tratta di capire che uso si fa di Facebook.
Al di là dell’utilità (per inviare testi e comunicazioni è certo il mezzo più rapido, più ancora del presente blog, tra l'altro rivolto a un pubblico più ampio e meno controllabile),  quando ho dato «l’amicizia» ad ex-alunni avevo ben presente che sul social avrei dovuto tenere conto del mio ruolo e della mia responsabilità di persona adulta ed educatrice, evitando di postare pensieri che non avrei espresso parimenti in classe. Per questo ho ritenuto di poter accettare anche l’«amicizia»  degli attuali alunni. 
E’ un’ «amicizia» tra virgolette perchè gli scambi, quando avvengono, non hanno nulla di personale in senso stretto. Del resto troverei assurdo mettere qualcosa di privato su FB .
Sbaglio? Può anche darsi, ma nella stessa misura in cui si può sbagliare a lezione, appena si esce dalla semplice esposizione della materia. Io non credo, sinceramente, che un insegnante debba aver paura di esprimere opinioni con le regole e le cautele che sempre si devono usare trattando con i giovani.
Devo dire che, per quanto il mio possa essere un parere minoritario, per ora non mi sono pentita delle mie scelte.
Forse può interessare sapere che sono «amica» anche di studenti che ho bocciato così come molte persone che contano nella mia vita sono tra i miei «amici» di Facebook.
  Tu che sei sulla strada
  Devi avere un codice per la vita da rispettare
  E così diventerai te stesso
  Perché il passato è soltanto un addio

  Insegna bene ai tuoi figli,
  L'inferno del loro padre se ne è andato
  E nutrili dei tuoi sogni
  L'unica cosa da raccogliere, l'unica da imparare

  Non chiedere mai a loro il perché,
  se te lo diranno, potresti piangere

Così guardali e sospira
e sappi che loro ti ameranno

E tu, nella tua giovane età,
Non puoi conoscere le paure in cui i tuoi vecchi sono passati
E allora, per piacere, aiutali con la tua gioventù,
Loro cercano la verità prima di poter morire.

Insegna bene ai tuoi figli,
L'inferno del loro padre se ne è andato
E nutrili dei tuoi sogni
L'unica cosa da raccogliere, l'unica da imparare

Non chiedere mai a loro il perché,
se te lo diranno, potresti piangere
Così guardali e sospira
e sappi che loro ti ameranno.

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