«Leggere il Decameron è come una passeggiata sotto alberi in fiore e come un bagno in acque pure.Le parole suonano così fresche come fossero appena create».H. Hesse,
Audiolibri: Andreuccio da Perugia
“Il Libro si presenta al lettore declinando le proprie generalità: nome, Decameron; cognome: Galeotto. Con ironia allusiva Boccaccio apre il suo capolavoro narrativo, destinato a un immenso successo europeo, con una rubrica che è una vera e propria carta d’identità, colma di allusioni ai capostipiti della genealogia culturale da cui ilDecameron sboccia. Galeotto, in lingua d’oïl Galahaut, è l’intermediario e il complice dell’amore adulterino fra Lancillotto e Ginevra, nel romanzo francese in prosa che narra le avventure del più celebre cavaliere della Tavola Rotonda di re Artù, e che il giovane Boccaccio lesse di certo nella Napoli cortese di re Roberto d’Angiò. Ma l’invenzione di un libro galeotto è dantesca: chi non ricorda uno dei versi più famosi della Commedia, nel V dell’Inferno: «Galeotto fu ‘l libro e chi lo scrisse»? Dante condanna come responsabile della colpa di Paolo e Francesca il romanzo che i due stanno leggendo, e che li invita a ripetere i gesti degli amanti cortesi, interrompendo la lettura e confondendo la letteratura con la vita («Quel giorno più non vi leggemmo avante»).
Decameron Galeotto è quindi il primo personaggio che avanza sul palcoscenico del grande testo: è il Libro stesso che dichiara la propria natura seduttiva e ingannatrice. Dedicato alle Donne (così come lo sarà due secoli più tardi l’Orlando Furioso), è nel contempo l’ars amandi e i remedia amoris dell’età nuova, ideato «in soccorso e rifugio di quelle che amano», per intrattenere offrendo «passamento di noia», cioè, al tempo stesso, diletto e consiglio. Ma le Sirene, si sa, hanno una bifida coda di pesce nascosta sott’acqua, e quando cantano e incantano con voce melodiosa stanno già trascinando nel gorgo l’ingenuo ascoltatore…”
Salterello, esempio di musica contemporanea al Decameron di Boccaccio
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